Autostima. Tre consigli per accettarsi e calmare l’autocritica

 

La contrapposizione tra accettazione e autocritica è uno dei temi su cui maggiormente ci si imbatte trattando di autostima.

Essi sono l’uno l’opposto dell’altro, come su due piatti di una bilancia: più desideri essere diverso e più non ti accetti; più rifiuti cio’ che sei e più il dislivello tra lo stato presente e lo stato desiderato aumenta, mentre diminuiscono la possibilità che il cammino sia alla tua portata, così come la tua resilienza e la capacità di rimanere sul percorso.

L’autocritica è il riflesso del modo in cui vediamo il mondo, è il perpetuare di vecchi giudizi subiti.

E’ il segno di una ferita che non permette di vedere l’opportunità del nuovo e che, per paura del fallimento, ti spinge a rinunciare a nuove opportunità.

Quando l’accettazione e’ vista come rassegnazione, la domanda sorge spontanea : “Se arrivo ad accettarmi, non rischio di perdere la motivazione a cambiare?”

L’accettazione è, in realta’, una grande opportunità di cambiamento: un cambiamento che non avviene nella disperazione del fuggire da te stesso, ma nel realismo e nella determinazione.

Accettarsi permette alle acque di calmarsi e alle nostre emozioni di lasciare spazio alla lucidità mentale.

Tre consigli per lavorare sull’accettazione e calmare il critico interiore:

  1. Riconosci che l’autocritica è il segno di una ferita, di una mancanza di amore; quindi ringraziala premurosamente per il messaggio che ti porta. Potrai servirti della sua capacita’ critiche per prevedere le difficolta’ in anticipo e, di conseguenza, avere a portata di mano le relative soluzioni. In questo modo avrai al tuo fianco un potente alleato.
  2. Regalati amore scrivendo quotidianamente su un diario tre cose di cui sei fiero, che ti sono accadute o che hai fatto accadere.
  3. Accogli: cio’ che giudichi come un fallimento o che valuti lontano dalle tue aspettative, è in realtà il segno che hai fatto del tuo meglio. E anche se il tuo meglio non è abbastanza, sei comunque in cammino sul percorso.

Ed essere nel percorso è quello che conta.

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