Dipendenza affettiva. Quando l’amore diventa una droga

Ricevo numerose richieste di aiuto e di suggerimenti sul comportamento da tenere di fronte ad una persona narcisista.

“E’ sparito e sto male! Come faccio a riconquistarlo?”

“Come posso vincere la tentazione di richiamarlo? E quella di controllarlo?”

“Pubblica foto con un’altra donna ed è felice: vorrei, ma non riesco a rimanere indifferente alle sue provocazioni”

“E’ tornato, ma io lo respingo. Lui sostiene di essere cambiato e a me sembra sincero: è proprio vero che i narcisisti non cambiano?”

Queste sono solo alcune delle domande più frequenti.

I consigli possono essere utili, ma nessuno di questi e’ veramente efficace se non raggiunge quella parte della tua mente che sta prendendo le decisioni, scegliendo di rimanere legata emozionalmente ed affettivamente al narcisista patologico.

Lo scarto del narcisista provoca una drastica diminuzione della concentrazione nel sangue di quelle sostanze, tipiche dell’innamoramento, che provocano il piacere: ossitocina, noradrenalina, serotonina.

Con la conseguente voglia di ripristinare, a qualunque costo, l’ormai perduto stato di grazia.

E con un amaro risvolto…

Nel tentativo di stare meglio, sei disposta a subire le peggiori umiliazioni, arrivando al punto di sviluppare una dipendenza non solo dal piacere (che diventa sempre meno appagante e sempre più raro),  ma (ed e’ questo l’aspetto più pericoloso!) persino dalle stesse esperienze di violenza e mortificazione.

Piacere e sofferenza si mescolano in un cocktail emozionale che diventa una vera e propria dose di droga: chi ne è vittima rischia di cercarne sempre di più.

Questo motiva la necessita’ della psicoterapia: una relazione che cura e che permette di disintossicarsi dalle relazioni negative, consentendo la guarigione dal trauma emozionale che il narcisista ha provocato.

Buon cammino

 

 

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