L’EMDR e il trattamento del trauma da abuso narcisistico

Ecco come ridurre l’impatto emozionale dei ricordi traumatici legati al narcisista

Chi soffre di dipendenza affettiva conosce bene cosa significhi avere un pensiero fisso, per quanto il contenuto non sia più piacevole e sia diventato, invece, un’ossessione tanto più tenace quanto maggiore è il correlato emozionale.

I sentimenti di rabbia, paura e colpa non fanno altro che alimentare il fuoco di quell’attaccamento che finisce per dare potere all’altro.

Ecco perché una terapia, per essere efficace in questi casi, dev’essere in grado di ridurre l’impatto emozionale dei ricordi.

Quando iniziai a occuparmi in maniera consistente di pazienti con queste caratteristiche, avevo accumulato già parecchi anni di esperienza nell’utilizzo di una tecnica che si è rivelata molto efficace nel trattamento del trauma da abuso narcisistico: l‘EMDR (Eyes Movement Desensitization and Reprocessing), ovvero movimenti oculari, desensibilizzazione e riprogrammazione.

Scopo e peculiarità dell’EMDR è, infatti, quello di ridurre l’impatto emozionale dei ricordi traumatici legati al partner abusante, permettendo una più serena rielaborazione degli stessi.

Di conseguenza, la mente del paziente diventa in grado di pensare sempre più lucidamente alla propria condizione, con effetti straordinari sulla capacità di accettare quel che è accaduto e lasciare il passato nel passato.

Vediamo come riassumere brevemente in cosa consiste e come si svolge una seduta con EMDR.

In fase di valutazione chiedo al mio paziente di farmi un elenco degli episodi più incresciosi accaduti nella storia con il partner, valutandone, in una scala da 0 a 10, quanto il loro impatto sia forte ancora nel presente.

Un livello pari a 8-9 indica che il cliente rivive l’evento traumatico con la medesima intensità di quando è accaduto davvero, perpetuando il trauma ogni volta.

Avere una metodologia che permetta di abbassare il livello delle emozioni dovute al recupero di vecchi e ingombranti ricordi, porta il paziente a liberarsi delle conseguenze emotive del passato.

Durante la seduta si invita il paziente a ripercorrere l’evento traumatico e contemporaneamente a seguire le dita del terapeuta che si muoveranno da destra a sinistra e viceversa, per qualche minuto.

Il movimento degli occhi del paziente, nell’accompagnare le dita del terapeuta, provoca a livello neurologico una stimolazione bilaterale che produce un senso di progressivo rilassamento, incompatibile con l’ansia forte provocata dai ricordi.

Così tutte le emozioni vengono via via smorzate man mano che i ricordi vengono recuperati e raccontati anche più volte.

Inoltre, lavorando sui tre ricordi principali, anche i secondari in qualche misura si ridimensionano dal loro potere ansiogeno.

Il paziente vive allora l’esperienza di essere in grado di andare oltre il passato, acquisendo maggiore consapevolezza e determinazione in merito alla capacità di riprendere in mano le redini della propria vita.

Ecco solo alcuni esempi di traumi sui quali si lavora con l’EMDR:

la scoperta di un tradimento, il ricordo di frasi particolarmente ingiuriose, una violenza fisica, la paura di rincontrarlo, la gelosia nel vederlo felice con un’altra partner, il senso di colpa e l’amarezza per avergli permesso di farti del male.

I risultati migliori e più rapidi si ottengono in presenza di “no contact“, mentre in altri casi l’obiettivo della terapia sarà quello di arrivare a un giusto distacco emozionale, grazie al quale poter prendere appropriate decisioni.

Buon cammino

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