Sopravvivere al “mal d’amore” ti spiego come fare
Quando ci si può considerare veramente guariti dal “mal d’amore“?
Quando non hai più nostalgia per i ricordi belli vissuti insieme, o ne ricordi sono una versione sbiadita.
Quando senti che non fanno più parte di quella che sei ora.
Quando al ricordo della te stessa che ha subito provi tenerezza ma anche la lucida determinazione a difenderla, come una lupa difende i suoi cuccioli.
Quando l’idea di rivederlo non ti da’ fastidio, ne’ più ne’ meno di quanto faccia incontrare una persona che ti sta antipatica e che puoi benissimo evitare.
Quando non ti senti più attratta da un certo tipo di uomo, sia che il tuo ruolo sia stato quello della crocerossina, co-dipendente, sia che in qualche modo l’ex assomigli tragicamente a un padre o una madre che non ti hanno dato o rispettato abbastanza.
Sia nell’eventualità comunque frequente in cui tu abbia incontrato uno squalo travestito da principe azzurro, che aveva adocchiato il tuo serbatoio pieno di energia e di vita.
Quando la tua consapevolezza si associa alla compassione per te stessa.
Non sentirti in colpa per la tua rabbia, serve a scappare ma non serve abbastanza a tenerti lontano, a distanza di sicurezza perché comunque ti porta a pensarlo.
Se poi riuscirai a perdonare sarà il massimo ma non si comincia da lì e comunque non è necessario arrivarci.
Quando ti si scalda il cuore al solo pensiero di dedicarti alle tue passione, ai tuoi hobby, ai tuoi progetti, ai tuoi studi.
Tutto questo costituisce la tua dimensione di forza e autonomia, la tua casa psicologia soggettiva, una casa resistente alle intemperie e all’interno della quale ti accogli ma se non hai autonomia come persona rischi di andare in affitto altrove e quando subirai uno sfratto non saprai dove tornare.
Quindi l’attenzione deve essere rivolta, dopo la fine del rapporto e sottolineo “fine” a riparare delle vite prima e ricostruirsi dopo per andare verso quel futuro desiderato.
Buon cammino.