CRESCITA PERSONALE, COME GODERSI IL PERCORSO

cambiare o accettarsi

Se sei in un cammino di Crescita Personale, e in fondo tutti lo siamo, ti sarai già trovato di fronte a questo dilemma. La domanda mi ha sempre colpito al punto tale che ci ho scritto anche un libro.

Dopo aver messo insieme i tasselli del puzzle, dopo riflessioni, domande e anni di applicazione pratica di modelli diversi ma dallo scopo comune, la Crescita personale, ho voluto sintetizzare in questo
video quanto andava diventando sempre più evidente ai miei occhi nonché fluido e coerente nelle mie sensazioni:

“Ecco la buona notizia: puoi apprezzare quello che già di buono ti appartiene, senza rinunciare ai tuoi sogni e al legittimo desiderio di migliorarti. Considero la nostra vita come un viaggio, un percorso, durante il quale le nostre aspirazioni e i nostri desideri possono essere in armonia con la capacità di vivere nel presente e godersi il percorso”.

Ecco una trascrizione rielaborata del video “molto artigianale” da cui tutto iniziò qualche anno fa e che poi mi ha dato le basi per scrivere il libro Crescita Personale, tra desiderio e accettazione, come godersi il percorso.

da: Crescita Personale, tra desiderio e accettazione come godersi il percorso.

Tutto iniziò da questo video…

Ecco una trascrizione rielaborata del video:

Ciao, sono Elvino Miali, medico psicoterapeuta e oggi voglio parlarti di uno schema che viene spesso utilizzato nell’ambito del Coaching, del Counseling e della relazione di aiuto in generale.

Questo schema rappresenta il modo con cui alcuni professionisti spiegano al proprio assistito in cosa consiste il proprio lavoro. Essi illustrano il proprio compito come un modo per portare il cliente dallo stato presente allo stato desiderato.

È uno schema molto semplice e, proprio per la sua semplicità, anche efficace, in quanto trasmette un senso di speranza, fa vedere la luce in fondo al tunnel, per così dire.

Naturalmente come psicoterapeuti sappiamo bene che le cose a volte non sono così semplici e che ci sono delle interferenze che possono rendere il cammino anche abbastanza difficoltoso, soprattutto se siamo in presenza di una vera e propria patologia.

In ogni caso questo schema a mio avviso presenta delle carenze che rischiano di renderlo inefficace nel contrastare le insidie che si nascondono in un percorso di crescita personale. Per questo grazie ad opportuni accorgimenti e  considerazioni, io ho deciso di renderlo ancora migliore e molto più utile.

Queste modifiche che illustrerò sono decisive affinché lo stato desiderato non venga percepito come l’unica condizione che possa renderci felici. Questo è proprio lo scoglio dove si incagliano tante buone intenzioni.

La soluzione sta nell’apprezzare maggiormente lo stato presente, affinché non sia percepito solo come rappresentativo di una condizione deficitaria, fatta di cose che non ci vanno e non ci piacciono di noi, ma di uno stato non solo accettabile, ma addirittura di cui essere grati!

Quindi aumentare lo stato di accettazione e aumentare la gratitudine sono due passaggi fondamentali, in grado di far percepire lo stato presente un po’ più desiderabile.

Non fare questa operazione di rivalutazione dello stato presente comporta il rischio di cadere in un pensiero paradossale, quello del “sarò felice domani”. Sarò felice quando avrò una laurea, una ragazza, quando sarò ricco. Abbiamo sempre una scusa per non essere felici. E allora questo cammino diventa non solo in salita, ma una salita particolarmente dolorosa, cosa che può far scoraggiare e interrompere a metà strada il cammino, particolarmente se si ha una tendenza al perfezionismo.

Quindi il segreto è cercare di diminuire il grado di questa salita e addirittura di renderla pianeggiante o leggermente in discesa! Questa è la magia che si realizza quando si non considera solo il bicchiere mezzo vuoto, ma anche il mezzo pieno, e a volte anche tre quarti pieno.

Si tratta di vivere lo stato presente con maggiore serenità. In questo caso il cammino che ci porterà alla realizzazione di un sogno sarà comunque un cammino gioioso.

Sappiamo infatti dalla filosofia orientale quanto ancora più della meta, sia importante il percorso. Se invece viviamo ossessionati solo dal futuro e dagli obiettivi, rischiamo di non goderci mai il presente, il viaggio. Questo stressante senso di pesantezza alla lunga può portare alcune persone ad interrompere il cammino.

Invece la persona che vive con accettazione il proprio presente senza rinunciare ai propri sogni, senza rinunciare a migliorarsi, ha più probabilità di arrivare alla fine con il vantaggio di godersi tutti gli step e i risultati intermedi che raggiunge.

Pensa ad esempio ad una persona che voglia perdere 10 kg e che viva con pesantezza tutto il processo pensando: “non sarò contento finché non arrivo alla fine”, “non sarò felice finché non avrò perso 10 kg”. Che fatica!

Invece la persona che apprezza con gioia ogni mezzo chilo perso, anche qualora il suo percorso si dovesse interrompere a metà, sarà comunque felice perché magari sarà in grado di accettare i 5 kg che non ha perso. Cinque li perde e altrettanti e li accetta, per così dire.  È così possibile in questo modo arrivare ad un traguardo soddisfacente in meno tempo!

Il perfezionismo.

Possiamo rendere questo cammino veramente più agevole se riusciamo a mettere al bando il perfezionismo, alimentato da quella voce critica interiore che ci dice che lo stato presente non è assolutamente accettabile.

Sì, è chiaro che crea l’insoddisfazione e l’autocritica creano una motivazione ad andare avanti ma al tempo stesso la creano a scapito del nostro benessere interiore, e come sappiamo anche dalla legge dell’attrazione,  se stiamo bene attraiamo cose positive, se stiamo male attraiamo altri eventi negativi.

Sia che si voglia credere o meno a questa teoria un pò ‘new age’ una cosa è certa: la cosa fondamentale è prendersi cura della propria condizione interiore, accettandosi maggiormente senza rinunciare a migliorarsi.

Come scrivo nel mio libro:
Crescita Personale, tra desiderio e accettazione come godersi il percorso,

“Ecco la buona notizia: puoi apprezzare quello che già di buono ti appartiene, senza rinunciare ai tuoi sogni e al legittimo desiderio di migliorarti. Considero la nostra vita come un viaggio, un percorso, durante il quale le nostre aspirazioni e i nostri desideri possono essere in armonia con la capacità di vivere nel presente e godersi il percorso”.

Gran finale.

Ora sto per introdurti veramente una chicca che ti svelerà un modo per essere sempre vincente!

NO! Non sei di fronte all’ennesima brutta imitazione del grande Tony Robbins! Questa è la mia versione, il mio pensiero!

Puoi essere sempre vincente, ma come fai a essere sempre vincente se leghi il successo solo alla vittoria? Ad esempio se uno sportivo è felice solo quando vince, bene, allora alcune volte sarà perdente e triste.

Ma se il suo criterio per essere vincente è “do il massimo facendo del mio meglio”, allora può essere sempre vincente.

John Wooden fu un grande allenatore di pallacanestro degli anni ’70 negli Stati Uniti. Lui adottava proprio questa logica, e che sia una logica vincente lui l’ha dimostrato coi fatti perché vinse 10 campionati di basket negli Stati Uniti.

Egli diceva ai propri giocatori:

“voi potete essere sempre vincenti se date il massimo e per me lo sarete sia che abbiate vinto la partita sia che l’abbiate persa. Potrete rientrare in spogliatoio a testa alta se solo avrete dato il massimo. Questo voglio da voi: che siate comunque vincenti dentro e siete vincenti dentro se avete dato il massimo.”

Momento per momento dai il massimo. Non devi preoccuparti della vittoria. Lascia stare le pressioni dell’esterno. In questo modo non dovrai più preoccuparti e sarai assolutamente libero dall’esito. Questa è la cosa importante: dare il massimo, nel senso di fare del proprio meglio momento per momento. In questo caso si è comunque vincenti!

Questa è una cosa in cui credo profondamente perché ho visto e sentito i risultati sulla mia pelle. Puoi essere sempre vincente se dai il massimo. Fantastica logica.

Ecco che adesso il cerchio si chiude. Abbiamo alleggerito la pena dello stato presente aumentando il senso di accettazione e di gratitudine. Questo permette alla gioia e all’entusiasmo di farci godere il percorso man mano che raggiungiamo, attraverso il miglioramento personale, lo stato desiderato.

Arrenditi, non puoi essere perfetto!

Al bando il perfezionismo. Trasforma la tua voce critica in cooperante, grazie alle tecniche che insegno nel mio seminario “Autostima e Assertività” e potrai essere sempre vincente se darai il massimo”.  Allora il cammino, da salita impossibile, si farà più alla nostra portata e riusciremo veramente a goderci il percorso di questo meraviglioso viaggio che è la nostra vita.

E con questo è tutto.
Elvino Miali, medico psicoterapeuta, ti augura buon cammino e … goditi il percorso!

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4 commenti su “CRESCITA PERSONALE, COME GODERSI IL PERCORSO”

  1. Ciao Elvino, anche dopo avere completato il mio percorso di counseling ogni volta che rileggo queste tue righe comprendo che c’è in esse un ‘intuizione veramente potente: essere grati di quello che c’è sempre e in ogni momento, con convinzione; godersi quindi anche il percorso; essere grati perché si ha vinto sempre quando si è dato il massimo. Potente, veramente potente!

  2. Grazie Elvino! Rileggendo questo tuo post mi torna in mente il periodo in cui stavo preparandomi per sostenere l’esame per diventare counselor. Sono concetti preziosi quelli che riporti. Godersi il percorso, fissare tappe intermedie e saper gioire di ogni piccolo traguardo.

I commenti sono chiusi.

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