“Mi sono ritrovata nella descrizione di persone che hanno avuto un genitore che non ha dato sicurezza affettiva. Probabilmente questo mi provoca momenti di insicurezza, in cui se non vengo rassicurata per ciò che faccio non mi sento all’altezza e, a livello sentimentale, talvolta cedo per debolezza. Sento la necessità di piacere e di essere amata o apprezzata anche da narcisi che cercano solo di avere il controllo sulla nostra persona e che poi spariscono”
Questa domanda pone la questione che è un po’ dibattuta dagli esperti sul narcisismo e dipendenze. Dico apposta dipendenze e mi fermo qui perché le polarità sono: coloro che parlano di dipendenza biochimica e coloro che parlano di dipendenza affettiva. Chi sostiene la dipendenza biochimica mette in luce il fatto che quando si ha a che fare con un narcisista perverso o maligno, patologico, l’insieme di gratificazione e privazione, il bastone e la carota, sparire e ritornare, creano una situazione all’interno della quale la persona empatica, che si coinvolge emotivamente e che magari è già innamorata non può fare a meno di cascare perché nella sua mente si creano alternanze di piacere a quelle dell’adrenalina e dello sport e la concatenazione degli eventi fa si che per avere quella goccia di miele di possa sopportare la penalizzazione e lo scarto. Quindi c’è proprio il fatto che nella mente c’è da ricercare la compulsione di quel piacere e dunque si tratta di una dipendenza chimica, ne’ più ne’ meno di una droga. Chi invece parla di dipendenza affettiva dice che la persona ricasca in questa situazione per motivazioni psicologiche, non disconosce il fatto che magari a livello biochimico qualcosa accade ma che la causa è primariamente psicologica. Se hai sofferto nell’infanzia e nell’adolescenza, se tuo padre non c’era o tua madre ti ha trascurato ecc. ti creeranno delle condizioni che faranno in modo che questo copione si ripeta anche nelle relazioni significative, sentimentali, da adulto. Poichè ci sono delle persone che sono cadute nella rete dei narcisisti, pur essendo state delle persone con un’ottima autostima da sempre, loro non ci stanno a star dietro a teorie psicologiche in cui loro sarebbero delle persone deboli, fragili, ecc. Al contempo ci sono persone che hanno sempre un po’ zoppicato ed è prevedibile che diano adito a queste relazioni insoddisfacenti. Quindi a chi dare ragione, secondo me le situazioni sono varie, c’è la condizione per cui una persona che ha avuto una vita normale incontra un narcisista maligno che, magari in un particolare momento della vita, fa presa e da lì le cose cambiano, oppure ci sono le persone che hanno sempre zoppicato nella loro fragilità emotiva ecc, e quindi il narcisista in quel caso trova un terreno più facile. Tutti i narcisisti vogliono la soddisfazione di conquistare la grande donna o il grande uomo ma anche il narcisista ha degli strumenti potenzialmente inferiori e si deve accontentare di quello che trova. Io non mi schiero: la dipendenza biochimica esiste ma a volte non è solo quella. La terapia deve essere primariamente orientata a tirare fuori la persona dalla buca nella quale è cascata, poi però si evidenzia che il terreno sul quale tutto questo è accaduto deve essere trattato e la terapia può essere più lunga.