Ne ammazza più la parola che la spada ma alcune frasi sono rimaste impresse profondamente nella memoria di ciascuno di noi perché risalgono all’infanzia o a un momento delicato della nostra storia.
Un insegnante, un genitore, una persona significativa ti ha sparato una frase che ti ha colpito, ti ha ferito emotivamente e te la sei portata dietro a lungo, magari ancora adesso, se ci pensi, ti fa male.
Sono le frasi killer, le frasi che non ammazzano il corpo ma la mente: “sei grasso”, “sei una mazza di scopa”, “hai le orecchie a sventola”; oppure sono degli appellativi diretti all’identità: “sei cretino”, “sei freddo, non mi arrivi” e quella del professore di Storia e Filosofia “siete ciucci e presuntuosi!”…adesso mi fa più ridere che altro.
Le conseguenze di frasi killer per lo più portano molti a evitare determinate situazioni. Se sei rimasto con il complesso di non saper cantare eviterai come la morte i cori dell’Antoniano, oppure rimani a osservare a bordo pista gli altri che si divertono a ballare in maniera spensierata.
Ti vergogni, ti nascondi. Vivere con questi limiti non è proprio carino, quello che frena molte persone è la paura di confrontarsi con i propri limiti. Queste paure vanno ascoltate, comprese, quando la ferita fa veramente male un percorso di crescita personale può essere la soluzione. Arriva un momento in cui questi limiti vanno cancellati in maniera precisa, certo deve essere il momento giusto. Liberarsi può essere veramente un’esplosione di vitalità, se vuoi fare veramente un passo avanti nella tua crescita personale ti d’ un consiglio: liberati dalle tue zavorre.