“Mi dispiace, è finita.”
La fine di un amore è uno dei momenti più tristi che possono essere vissuti.
L’amico cerca di tirarti su mettendo in risalto i difetti dell’altro, ma tu ne vedi solo i pregi; cerca di consolarti, ma vorresti sprofondare nel dolore.
Desidereresti che le cose fossero diverse e soprattutto che l’altro si comportasse in maniera differente.
Vedi la cattiveria in chi ti ha lasciato, ma tu, amandolo non sei una persona più buona, perchè non è una questione di ‘bontà’.
Pensi che avrebbe dovuto metterci più impegno e buona volontà nell’amarti, ma non si può voler bene a comando.
Allora giustifichi teorizzando sulla sua paura dell’intimità e di impegnarsi, ma non funziona.
Non funzionerà nemmeno farci sesso per cercare di riconquistarlo.
E’ la tua bassa autostima che mette l’altro su un piedistallo.
Ascolta la tua rabbia, così quando giudicherai la persona con cui stavi, comprenderai che a parlare è la tua ferita.
Piuttosto che lottare contro la tristezza, indugiare un pò ti farà bene: stai con te stesso, coccolati, ascolta pure delle musiche romantiche, facendo attenzione ai testi che trasferiscono messaggi negativi (lascia andare “Minuetto” di Mia Martini e alcune canzoni di Mina, mentre “Amare con rabbia” di Cocciante può andare bene).
Nella tristezza ci si chiude a riccio e l’uovo, diciamo, deve schiudersi dal di dentro.
Tuttavia se senti il bisogno di una persona che ti aiuti, conceditelo.
E quando il desiderio di cambiamento si affaccia, assecondalo: un nuovo look, spostare o liberarti di alcuni oggetti nella stanza, eliminare vecchie foto, dare spazio alle novità.
Perchè la verità è incontrovertibile: per restare, bisogna volerlo in due.