Autostima e modelli da seguire

Nei post precedenti ho fatto riferimento al “Viaggio dell’eroe”  dello sceneggiatore Christofer Vogler, come metafora del meraviglioso viaggio che è la nostra vita, riferendomi ad alcune tappe cruciali come la cosiddetta “chiamata” in cui siamo chiamati a partire per una missione di vita od un obiettivo importante e fase del“varcare la soglia” come metafora della necessità di prendere una decisione ovvero di rompere gli indugi ed abbandonare la cosiddetta zona di comfort per accettare le incertezze della sfida e del cambiamento.

La titubanza e l’incertezza del viaggio rendono  necessario trovare un mentore, un sostenitore,  un maestro, colui che ti dà fiducia e che, credendo in te, sostiene la tua autostima  le tue possibilità di successo nel viaggio verso qualcosa di ambito e di nuovo.

Si dice che quando lo studente  è pronto l’insegnante appare.

Il mentore può essere un esempio di per sé o a sua volta come educatore, insegnante o allenatore, essere colui che indica degli esempi da imitare, dei modelli.

È importante avere come esempi dei modelli positivi soprattutto quando questi sono stati carenti in famiglia e nella storia della persona.
E ne abbiamo sempre bisogno in una società fondata sempre più sulla notizia che fa sensazione e su esempi non sempre propriamente virtuosi.

Ma che caratteristiche deve avere un buon modello affinché sia davvero fonte di ispirazione positiva ?

Già perché ci sono alcune questioni da considerare per evitare effetti controproducenti, sia per le caratteristiche del modello in sé che per il modo in cui viene indicato da chi in buona fede vorrebbe solo il bene dell’allievo.

Infatti ci sono dei casi in cui un modello “perfetto” può essere controproducente, se si pone l’accento sul paragone con chi si vorrebbe stimolare positivamente, soprattutto se accompagnato da messaggi giudicanti del tipo “vedi lui che bravo! .. non come te..”

A questo proposito ti invito a dare un’occhiata ad un esilarante episodio ( due minuti di tempo ) tratto dal famosissimo film di esordio di Massimo Troisi in “Ricomincio da tre” in cui il protagonista racconta che, da piccolo, fu un incubo avere come vicino di casa un bambino che sapeva fare vene tante di quelle cose che “non era un bambino era un mostro..”

http://youtu.be/J4yVx4U7EO8

Una situazione simile potrebbe riguardare una squadra di basket di ragazzi che inanella una sconfitta dopo l’altra. Questi ragazzi possono trarre ispirazione più utilmente dall’osservazione di una squadra che l’anno precedente era in una analoga difficoltà, ma che con dedizione ed impegno sia riuscita a fare “passi da gigante”, molto più che dal paragonarsi ai “mostri sacri” dei primi in classifica.
D’altra parte sarebbe un peccato non riuscire a trarre ispirazione da modelli di eccellenza quali ad esempio alcuni campioni dello sport per la loro dedizione al sacrificio, il loro entusiasmo, la loro sportività eccetera.

Nei confronti di un modello allora bisogna minimizzare la funzione comparativa se c’è molta distanza con il modello ed accentuare la funzione istruttiva.
Il mio modello nello sport? Chi mi conosce sa che sono appassionato di tennis, beh, non ho dubbi: Roger Federer!

Buon cammino a tutti.

Elvino Miali

1 commento su “Autostima e modelli da seguire”

I commenti sono chiusi.

Torna in alto