5, 4, 3, 2, 1…
In America sta avendo grande riscontro la ‘Regola dei 5 secondi’.
La sostiene Mel Robbins, scrittrice, life coach e speaker motivazionale.
In realta’ la Robbins e’ la prima ad affermare che la ‘motivazione è spazzatura’, perche’ l’aspettare di essere motivati prima di agire, porta a non agire affatto.
Effettivamente, la nostra mente è programmata per allontanarci da ciò che è scomodo o ci fa paura e da tutto quello che è al di la’ della zona di comfort.
Per questo motivo, la ricetta che propone è di forzare la tendenza della mente a esitare e di vivere in modalità ‘Do it!’ – ‘Azione!’
L’idea, tutto sommato, non è nuova, ma mi ha portato a riflettere : abbiamo sempre la possibilita’ di muoverci come Marines? Dobbiamo per forza trasformarci in puri esecutori?
Quanto spazio possiamo concedere ai nostri lamenti, alla nostra voglia di coccole, rassicurazioni e sicurezza?
Nella mia esperienza di psicoterapeuta ho constatato che il ‘Do it, do it, do it!’ da solo, talvolta, non e’ sufficiente.
Nella vita sono stato un grande esitatore: ho accampato mille scuse per non agire. Ma non posso non considerare tutte le volte in cui il cambiamento è avvenuto dopo l’ascolto e la riflessione.
E’ pertanto fondamentale, assumerci la responsabilità di capire se siamo in una condizione che richiede uno stacco e che esige riposo e recupero delle forze.
Quando hai l’influenza, ad esempio, quel ‘Do it!’ corrisponderà a “Fermati, riprenditi!”; se durante una partita di calcio cadi a terra infortunato, devi chiedere soccorso dalla panchina; quando l’ansia ha il sopravvento, il medico e lo psicologo potranno aiutarti a capire se hai bisogno di aiuto e cure specifiche.
Insomma, accade in ogni situazione che quei 5 secondi facciano davvero la differenza?
La differenza sta nel comprendere se stai usando quel dolore o quell’ansia come scusa per non agire, o se hai realmente bisogno di aspettare.
La differenza sta nel decidere se fermarti e chiedere aiuto, o entrare in compassione con le tue sensazioni e agire nonostante esse, per godere del movimento virtuoso che genera la scelta di lanciare il cuore oltre l’ostacolo (anche se sono convinto che esista sempre una seconda opportunità).
Tocca a te decidere quanta azione e quanta esit-azione avere nella tua vita.
Ora è una tua scelta.