Sin dalla tenera eta’ abbiamo imparato ad avere a che fare con valutazioni e voti.
Viene premiato il più bravo e “punito” chi lo è meno.
Il problema non risiede tanto nella paura di sbagliare, quanto nel ricamo emozionale che vi si nasconde: il clamore per la sconfitta.
Mi ricordo quanto, tempo fa, il tanto declamato Presidente Pertini fu severo con Patrizio Oliva per aver perso la finale alle Olimpiadi.
Anelare a un’immagine perfetta di sé, non riprovevole, non disdicevole e, come conseguenza, avere paura di sbagliare, porta nel tempo a nascondersi: a non far sapere agli altri che non si e’ capaci di nuotare o sciare, a evitare le persone, ad avere una vita solo apparentemente esemplare ma che in realtà cela degli scheletri nell’armadio.
Se temi di sbagliare, ti propongo tre soluzioni.
- La prima è sbaglia in fretta. Si, perché abbiamo bisogno di commettere errori. Paradossalmente le persone di successo sono quelle che hanno sbagliato di più, ossia quelle che hanno sperimentato più tentativi.
- Se ti concentri non tanto sull’esito quanto sul fare del tuo meglio e dare il massimo, nel momento presente e in coscienza, allora sarai libero dal timore del risultato.
- Scegli un maestro, perché è importantissimo ricevere feedback correttivi, che ‘aggiustino il tiro’. Prediligi un mentore che si approcci a te in maniera tranquilla e pacata, e che consideri l’errore come parte integrante del processo verso l’obiettivo.
Ti chiederai, allora, come sia possibile superare l’emozione sgradevole legata allo svelarsi imperfetto, soprattutto dopo gli sforzi fatti per costruire un’immagine di successo.
Ebbene, poiché e’ la paura a motivarti, immagina quali possano essere le peggiori conseguenze, nel lungo termine, del nascondere la verità.
L’esempio e’ quello di una giovane che, bocciata all’esame, ebbe un’idea geniale: scrivere ai genitori una lettera in cui raccontava mille e mille disavventure, per poi rivelare che nulla era vero se non il dover ripetere l’esame. Quale sollievo, da parte di mamma e papa’, venire a sapere che quelle fantasie catastrofiche non erano reali.
Ed io? Mai avrei immaginato di sentirmi orgoglioso di non essere perfetto!
E tu, cosa aspetti a sbagliare?