Diversità dell’essere umano nell’integrazione
“solo apprezzando le differenze si può giungere al confronto e all’integrazione”.
Ognuno di noi ha un mondo interiore fatto di vissuti, esperienze e situazioni piacevoli e meno piacevoli.
Siamo un mix di emozioni, sentimenti e sensazioni che colorano le nostre giornate e quelle di coloro che ci circondano.
In qualità di medico terapeuta, mi sono ritrovato a pormi questa domanda; “fra i tanti metodi e le tante filosofie disponibili, qual’é la migliore da per favorire un cambiamento positivo nella persona?
La ricerca sulle terapie validate scientificamente ha concluso che nessun approccio è valido sempre ed in qualsiasi contesto (vedi le ricerche di Norcross e colleghi). Le conclusioni a cui arrivano queste ricerche avvalorano quello che di fatto molti clinici sperimentano: l’integrazionismo, ovvero la capacità di integrare due o più approcci cogliendone la complentarietà.
Alcuni studiosi affermano che sia meglio favorire un “Cambiamento lento” nella persona a favore proprio di questa presa di coscienza che risalga a cause antiche, altri autori pensano sia meglio procedere in maggiore rapidità con l’obiettivo di allontanare dolore e sentimenti negativi.
Per gli agevolatori nella relazione di aiuto, è importante conoscere le diverse filosofie di pensiero per poterle attuare a seconda del bisogno dell’utente e dello Stadio del Cambiamento in cui si trova.
Gli approcci umanistici tendono a riportare la persona ad una consapevolezza del momento presente, ponendo l’accento sul “Qui e Ora”, su ciò che prova e sente in quel determinato momento (come sostengono gli esponenti della Psicologia Umanistica, ( Carl Rogers e Fritz Perls). Altri approcci come la Programmazione Neurolinguistica, orientano il cliente verso strategie e modelli vincenti da emulare al fine di concentrarsi direttamente su quello che funziona anziché su quello che non va. (Richard Bandler e John Grinder).
Anche se negli ultimi anni la PNL si è diffusa molte nel campo del business e della consulenza aziendale, non dobbiamo dimenticare che essa nasce proprio in ambito clinico e precisamente dallo studio di alcuni geni sella terapia degli anni settanta, come appunto Fritz Perls, Virginia Satir e Milton Erickson.
Ecco quali sono a mio avviso gli aspetti positivi della PNL che trovo molto utile integrare con altre metodologie:
– La focalizzazione sugli obiettivi;
– L’efficienza e la rapidità delle sue tecniche;
– L’entusiasmo e la motivazione al cambiamento;
– L’attenzione al linguaggio.
Invece, dal punto di vista dello psicoterapeuta e del counselor, trovo che il contributo delle scienze umanistiche possa arricchire e personalizzare l’approccio della PNL attraverso:
– La capacità di ascolto;
– La comprensione e il rispetto dei tempi del cliente;
– L’attenzione al processo;
– La disponibilità di vivere pienamente il qui e ora.
Robert Dilts è tra gli esponenti della PNL che meglio incarnano questa filosofia e che personalmente preferisco perché meglio si sposa con la mia formazione umanistica.
La bellezza della diversità e la ricchezza degli argomenti, sono i temi che accompagneranno anche il prossimo articolo sulla Crescita personale … Nell’attesa, date un’occhiata a questo video sulla PNL
Buona Visione!