Consigli o assilli?
Questo è un articolo dedicato a tutti coloro che stanno tentando di convincere un familiare o un amico a smettere di fumare, mettersi a dieta, o magari a mangiare perchè mangia troppo poco.
Una caratteristica tipica di queste situazioni relazionali è che si instaura una sorta di lotta di potere tra colui che, per il bene dell’altro, gli ricorda costantemente che dovrebbe cambiare comportamento e l’altro, che cerca di difendersi tra vittimismo e controdipendenza (fumo, mangio etc per dispetto).
Il problema di chi vuole convincere qualcuno a smettere di fumare o qualsiasi altra cosa che sia controproducente per la salute è che nell’atteggiamento non verbale, nel tono di voce, non trasmette amore ma rabbia. Si pone su un piedistallo, su una posizione di superiorità, facendo sentire l’altro stupido o incapace.
Il consigliere ha delle motivazioni più che valide, cioè il senso di responsabilità nei confronti dell’altro e il dovere di prendere una posizione. Questo senso di responsabilità, nelle sua intenzioni, è valido, ma è utile cominciare a capire che l’insistenza e l’assillo sono i responsabili del mantenimento del problema: non ho mai sentito nessuno che abbia smesso in queste condizioni.
Impara a gestire la rabbia data dal fatto che un tuo caro non segua un tuo consiglio e mettiti in testa che stai cadendo in una grossa trappola di co-dipendenza: esattamente come l’altra persona è vittima di un vizio, tu sei vittima del vizio di assillarlo quotidianamente.
Imponiti per una settimana di smettere di dirgli qualunque cosa e vedrai la crisi di astinenza del volerlo riprendere fare capolino e comprenderai che hai qualche domanda da porti.
Rigira la questione e chiediti: di cosa ho bisogno di imparare a smettere?
Katie Byron, autrice best seller di “Amare ciò che è“, raccontava di vedere tutte le sere ritornare la sua figlia adolescente a casa.
La figlia faceva uso di droghe e, consapevole della sua impotenza nel farla smettere o di cambiare stile di vita, tutte le sere la aspettava, era presente, responsabilmente, ma la lasciava entrare in casa senza dire nulla, guardandola con gli occhi dell’amore e sopportando il dolore di notare una figlia che si stava facendo del male.
Dopo mesi di questa routine la figlia una sera entro a casa e disse “mamma, qualunque sia la cosa che fai alle persone per aiutarle, falla anche a me perchè non ce la faccio più”.
Fu solo allora che la figlia cambiò.
Indipendentemente dal fatto che questa possa essere o meno la soluzione per te una cosa è certa: fai qualcosa di diverso da quello che fino ad ora non ha funzionato.
Evita quel senso di superiorità, mettiti allo stesso livello della persona da aiutare, cerca di cooperare con lei, per esempio nel darvi supporto a vicenda nel cambiare un comportamento.
In definitiva se vuoi far smettere di far fare qualcosa a qualcuno fatti un favore: smettila di assillarlo.