Quali sono i tre principi per contrastare l’idea dell’auto-sabotaggio ?
Nell’ambito della crescita personale circola una strana idea: l’autosabotaggio.
Strana perché trasferisce un po’ l’idea che dentro di noi ci sia un diavoletto pronto a farci dei dispetti. E qualcuno potrebbe pure crederci. Secondo me non c’è nessun diavoletto e sono qui a spiegarti come la penso.
L’idea dell’autosabotaggio si rafforza quando non si riesce a raggiungere un obiettivo, cascando in una serie di contrattempi, sconfitte e sintomi che danno l’impressione di non avere il controllo su di sè.
Tra le spiegazioni che vengono date, una è quella inerente alla paura di cambiare, al timore di uscire dalla zona di comfort.
Si potrebbe verificare, per esempio, che l’universitario a cui manchi un solo esame per laurearsi perda la voglia di studiare: e’ possibile che la non si senta in grado di affrontare il passaggio dalla fase evolutiva di studente a quella di individuo pronto per il mondo del lavoro.
Questo per me è solo uno degli aspetti importanti.
La seconda motivazione che do’ non riguarda la percezione del ‘non sentirsi pronto‘, ma quella del ‘desiderare troppo qualcosa‘.
E’ quell’emozione che prende al tennista quando gioca una partita importante, per esempio una finale: la rilevanza del traguardo aumenta l’emozione e l’emozione annebbia la lucidità e perde la partita.
La soluzione è diminuire l’importanza soggettiva dell’obiettivo.
Allo sportivo, per esempio, direi : “Prima o poi vincerai, è solo questione di esperienza. Mettiti comodo pensa a colpire quella pallina!”
La terza causa di autosabotaggio che ho riconosciuto è l’innaturale pretesa della mente razionale di avere il controllo della situazione, o meglio, un eccessivo controllo sulla realta’.
Pensa alla paura di innamorarsi: in questa circostanza la mente può decidere di indirizzarsi verso un partner che dia sicurezza e tranquillità, ma forse anche poche emozioni, quando invece cuore e pancia vibrano per una persona, che suscita grandi turbamenti ma che potrebbe rivelarsi un poco di buono.
Altro caso di ‘controllo irragionevole‘ è l’imporsi di ‘non pensare niente che possa associarsi al peccato‘: un vincolo di questo tipo può generare il pensiero ossessivo di dire parolacce, anche molto sporche.
Non esistono diavoletti dentro di noi: semplicemente abbiamo preso una decisione irragionevole, quella di essere puliti e perfetti, senza accettare quel poco di disordine della mente che è invece del tutto naturale.
Oppure abbiamo deciso di evitare completamente il conflitto: ma che fine farà la rabbia che proviamo?
In qualche modo l’aggressività cercherà uno sfogo: ci strapperemo i capelli, ci mangeremo le pellicine delle unghie, ecc…
Decidere consapevolmente di non aver mai alcun conflitto non è bene.
Riepilogo i tre fattori che ho individuato per contrastare l’auto-sabotaggio sono :
- Affrontare la paura del cambiamento, ovvero sii pronto per un salto evolutivo.
- Imparare a non tenere troppo alle cose, ossia mettiti tranquillo e vivi la tua vita.
- Non pretendere di avere troppo controllo sugli eventi ma vivi in modo naturale ed autentico.
Quindi più consapevolezza, più accettazione, più coraggio di vivere la vita nelle sue gioie e nei suoi dolori.
Mordi la vita!