Ecco gli strumenti che ti aiuteranno a sconfiggere le paure ma sopratutto a ritrovare la tua sicurezza
In che modo e’ possibile gestire l’ipocondria o la paura della morte?
Come tutte le paure simboliche dove non esiste un pericolo reale ed imminente, la paura delle malattie e della morte, se da un lato minano la qualità della vita di chi ne è affetto, dall’altro non costituiscono il vero problema, bensì il sintomo.
Esse rappresentano un modo di manifestare il proprio malessere e il proprio bisogno di aiuto.
Nella storia di coloro che soffrono di queste paure è frequente trovare fragilità che risalgono all’infanzia e all’adolescenza.
Il mio modo di agire come psicoterapeuta segue due fronti:
il primo, a breve termine, fornisce strumenti precisi, esercizi, tecniche e modalità di pensiero che servono alla persona per arginare il problema.
Il secondo accompagna verso quello che e’ lo scopo a medio e lungo termine: rafforzare dall’interno la personalità, anche attraverso un lavoro sul passato.
Attenzione però: il rischio di addossare la colpa dei problemi ai genitori è sempre dietro l’angolo e può diventare un atteggiamento pericoloso: “Con quello che mi è capitato ho per forza le mani legate! Come faccio a sviluppare sicurezza in me stesso??”.
E’ pericoloso quando diviene una scusa per non agire e per giustificarsi anche quando le cose potrebbero essere cambiate, rimboccandosi le maniche e dandosi da fare.
Allora come gestire questi stati emotivi?
Non parlerò delle tecniche che usa lo psicoterapeuta nel suo studio, ma di alcuni strumenti di auto-aiuto che la persona può utilizzare per conto proprio.
1- La prima di queste è la ‘tecnica della peggiore fantasia’, rielaborata da Giorgio Nardone. Consiste nel ritagliarsi durante la giornata degli spazi di tempo dove concentrare l’attenzione sulla peggiore fantasia, scrivendo e pensando intensamente a tutto ciò che si teme e amplificandolo. La logica è paradossale ma riflette il principio dell’andare incontro alla paura anziché fuggire.
2- Simile è il metodo del ‘Fatti sotto!’ che consiste nell’attraversare tre fasi. Immagina il pensiero che incute timore metaforicamente rappresentato da un nuvolone dritto davanti a te e al quale intimi “Fatti sotto!”: immagina di entrarci dentro e in quel momento di amplificare al massimo le tue paure, per poi vederti uscire dal nuvolone e diventare una luce che avanza con determinazione.
3- La terza tecnica utile in questi casi e’ quella dello ‘S.T.O.P.’. Cerca su Youtube il video ‘Dott. Miali – Rimuginio’, dove la descrivo approfonditamente. STOP è un acronimo che sta per Stop (fermati), Take a breath (fai un profondo respiro), Osserva e Prosegui.
Ancora due consigli.
La capacità di agire nonostante la sensazione di malessere o la percezione di non sentirsi pronti:
non aspettare di sentirti perfetto per realizzare i tuoi obiettivi e i tuoi sogni.
Ed infine, se davvero vuoi contrastare la morte, dai spazio alla vita e all’amore.
Buon cammino.